L’abitato sorge su un’altura, tra le valli del fiume Bradano ed il Basento, costituite da strati sedimentari di sabbie, arenarie e conglomerati, poggianti su un mammellone argilloso. La particolare geomorfologia della collina ha determinato la presenza, sin dall’antichità, della coltura della vite e lo scavo delle cantine quali luoghi di trasformazione e conservazione del vino. Numerosi e significativi gli insediamenti rupestri presenti nel centro storico di Pomarico e nell’area limitrofa all’abitato: utilizzati maggiormente quali cantine, ovili, stalle e magazzini, si concentrano nei piani interrati delle abitazioni e dei palazzi nobiliari.
Le cantine in grotta sono scavate su più livelli, seguendo la conformazione urbana dell’abitato, caratterizzata da terrazzi degradanti, dalla parte più alta, denominata Castello, verso i pianori, dove sono presenti l’ex Convento di S. Antonio e il Palazzo Marchesale. Alcuni ipogei sono preceduti da modesti cortili o da avancorpi ad arco in muratura, presentano all’esterno anelli decorati, utilizzati per legare gli animali da soma e all’interno palmenti per la lavorazione dell’uva, botti e tutte le attrezzature necessarie alla produzione di vino.
Le cantine maggiori per dimensioni si individuano presso il convento francescano e nel Palazzo Marchesale; altre sono situate nel rione castello, sul versante occidentale dell’abitato.